lunedì 23 maggio 2011

COS'E' IL ROMANZO?

CAPITOLO 1



Il romanzo è qualcosa che fa parte dell'esperienza di ogni lettore, ma è anche qualcosa di cui non si può cogliere immediatamente l'identità. Il suo universo è, infatti, troppo vasto e i termini in gioco sono molti.
le parole che automaticamente si presentano nella nostra mente, pensando al romanzo, sono: apertura, varietà, molteplicità, dinamismo, libertà.
Il periodo di evoluzione del romanzo è breve ma molto intenso, seguito da una catena di successi, crisi e metamorfosi.




L'800 costituisce il baricentro del sistema "romanzo" e anche il periodo di cui il romanzo raggiunge un pienezza di risultati e funzioni - punto d'arrivo di una serie di tentativi, di traguardi parziali, ma anche un punto da cui partirà un movimento di reazione a quel modello, nel tentativo di distruggerlo o di trasformarlo, riassimilando gli stessi materiali ed usandoli in modo diverso.




La parola ' romanzo' copre un'ampia rosa di significati.
Il punto originario può essere collocato nel XI secolo, quando venne usato per la prima volta il vocabolo romanzo (avverbio medievale) romanice.  Romanice deriva dall'aggettivo 'romanicius ' ( del termine Romània - per indicare tutto l'insieme dei territori abitati dai cittadini romani)
Questo avverbio diramatosi n tutta Europa, cominciò ad indicare tutte le nuove lingue derivate dal latino ( i vari volgari)
Sono apparse le parole : romanz (francese antico) - romans (spagnolo antico) e l'italiano romanzo.
originariamente, quindi, la parola 'romanzo' è legata più ad una lingua che ad un testo scritto o ad un componimento letterario.

lunedì 16 maggio 2011

MR. BONNET VIENE PUBBLICATO E SCATENA FOLLIE!

TUTTI PAZZI PER MR. BONNET!

E' una vera FOLLIA contagiosa dopo l'uscita deL thriller Mr. Bonnet!

'IL CORPO è MIO E ME LO GESTISCO IO' dice questa tifosa al match di esordio, belle o brutte, piacenti o meno nessuno deve dirci cosa e fare e come comportarci, tanto meno il modello' MR. CUFFIETTA' : <spogliatevi donne, ma solo nel mio BUNGA BUNGA!>
IL CORPO FEMMINILE VIENE MALTRATTATO, USATO, MANIPOLATO CONTINUAMENTE, ma quando qualcuna decide di mostrarlo apertamente al di fuori del marketing, degli spots, della  TV o bunga bunga ecco che il ben pensante si indigna, GRIDA ALLO SCANDALO, perchè la donna diventa un essere pensante, autonomo e 'pericoloso'. 
Per secoli  hanno bruciato AL ROGO quelle rivoluzionarie, donne intelligenti che potevano minacciare il 'potere'  di potenti bigotti/e corrotti/e. Le definivano 'streghe' o 'donne di malaffare', prostitute contro la morale e la religione come Anna Bolena, screditata dai libri di storia, tacciata come la 'prostituta del re'  perchè era una donna colta, dalle buone maniere e grandi doti in un'epoca in cui le donne servivano da merce di scambio per organizzare ricchi matrimoni ed aumentare il prestiglio familiare. Anna Bolena era una donna colta apprezzata da impotanti personalità come l'arciduchessa Margaret d'Austria e l'imperatore Maximilian I, affascinati dalla sua intelligenza e voglia di conoscenza verso la religione e la filosofia. Alla corte di Francia ella apprese la cultura francese e l'etichetta'. Fu istruita ed apprezzata anche da Margherita de Navarre, sorella del re francese Francesco I. Eccellente danzatrice, piena di charm e intelligenza Anna Bolena passa ancora oggi, nei nostri libri di storia bigotti e corrotti, come una prostituta che ha allontanato la Chiesa cattolica dall'Inghilterra, omettendo il fatto che Anna Bolena era una devota credente e che la Chiesa cattolica appoggiava il matrimonio tra Enrico VIII e Caterina d'Aragona solo per 'mere' questioni economiche legate alla potente e ricchissima Spagna. Un breve esempio, questo, da riproporre per rammentare che 'andare contro la morale' il più delle volte significa assecondare non la volontà personale e soggettiva, ma accondiscendere a quella di una società troppo spesso utilitaristica, ipocrita, che basa le sue radici nel sottobosco melmoso di una fogna a cielo aperto.
FORZA GENTE, PENSATE CON LE VOSTRE TESTE E SIATE FELICI!

Neanche il presidente Tess Bellamy, la nostra cara protagonista del romanzo si sarebbe aspettata una simile rivoluzione ...

giovedì 5 maggio 2011

PER UN SORSO DI VINO: EXTRAVITI

Corpose pennellate verde smeraldo screziate d’ocra ammantavano la superficie terrestre come un vestito da sera.  Ordinati filari di viti si estendevano sulla crosta terrestre dalle aree desertiche, alle temperate fino alle zone artiche senza difficoltà. Acini dalla polpa aromatica e succosa maturavano al sole, gareggiando in rotondità e cromatismo.
John Muratore udì un colpo, poi un altro. Le piccole particelle di materiale solido che erano apparse all’improvviso nella sua traiettoria di volo avevano danneggiato l’X-46. Vide staccarsi l’alettone all’estremità del corpo alare principale e scomparire alle sue spalle. Aveva mantenuto la freddezza di un pilota esperto durante quei pochi secondi di scarsa visibilità, ma i comandi continuavano a rimanere fuori controllo. Attraversò l’esosfera, la termosfera, la mesosfera e la stratosfera. Virò a destra in cerca di uno spazio libero dove atterrare, perse il controllo del veicolo e spanciò tra i filari di viti per circa cinquecento metri.
John Muratore sollevò il corpo mobile della cabina di pilotaggio e sgusciò all’esterno. Inspirò profondamente, mentre fissava con dispiacere le viti abbattute dal suo veicolo. La NASA avrebbe ripagato generosamente l’agricoltore per i danni, si tranquillizzò. Il profumo vinoso e intenso che avvolgeva l’aria come un fresco lenzuolo di lino, le foglie trilobate e inondate dal sole, il rubino violaceo dell’uva gli fece venir voglia di assaporare un bicchiere di vino. Si guardò intorno. Il frastuono dell’atterraggio avrebbe dovuto attirare il proprietario e i suoi lavoranti da un pezzo, si disse, non vedendo accorrere nessuno. Il silenzio che circondava la zona era inquietante. John Muratore si solleticò inutilmente il padiglione auricolare nel tentativo di udire qualunque suono ad eccezione della brezza, alzatasi dalle colline circostanti. Camminò lungo i filari, raggiungendo le cantine a poca distanza. La struttura interna sembrava rispecchiare le tradizioni più antiche di trasformazione, stoccaggio e imbottigliamento del vino. Sui due lati della cantina, allineate su basi di cemento, c’erano le botti di rovere, ciascuna con un codice magnetico al centro. John Muratore prese una siringa di gomma e la infilò in una delle botti; aspirò qualche millilitro di vino all’interno del bulbo e versò il contenuto in uno dei bicchieri puliti posti su di un tavolo al centro del corridoio. Aspirò il profumo ampio e avvolgente del vino, in cui le sfumature floreali di viola e mammola si fondevano con le note del ribes, ciliegia e amarena. Inclinò il bicchiere per ammirare le sfumature rosso scuro alla base che si schiudevano in porpora  più chiara con un bordo leggermente marrone. Prese un sorso e lo passò da un lato all’altro della bocca. Il sapore secco su base ancora ampia e vellutata lo appagò completamente. Avrebbe voluto concedersi un secondo bicchiere, ma il frastuono di un trattore lo convinse ad uscire ed a inseguirlo. Il trattore era completamente robotizzato. John Muratore si guardò intorno ancora una volta. Una torre dalla forma circolare si elevava verso il cielo a poche centinaia di metri dalle cantine. La raggiunse di corsa, prese l’ascensore e entrò nella sala circolare.
Una decina di extraterrestri lo accolse, allungandogli il libro sul vino che John Muratore aveva scritto in memoria di suo nonno viticoltore.
<È l’unico documento che abbiamo trovato sulla terra dopo la scomparsa di tutti gli esseri viventi, circa tre milioni di anni fa.> Gli spiegò uno degli extraterrestri in tono metallico. <Abbiamo debellato il virus che vi ha uccisi, ma siamo riusciti a riportare in vita solo le viti.>
John Muratore non credette ai suoi occhi quando gli  venne proposto di scambiare l’antidoto per salvare il mondo con una ricetta per produrre uno dei vini da lui solo menzionati nel testo. Un brindisi sancì il loro accordo, prima che John ripercorrendo con l’ X-46 il buco nero che aveva deviato la sua rotta, ritornasse al tempo presente.